Locandina della presentazione del libro |
Sabato sono partita da casa con una persona speciale in direzione dell’Osteria senza Oste. Io ci vado spesso ed è un luogo che, anche nei momenti di tristezza, riesce a darmi tranquillità.
Passo il Piave e mi dirigo verso Valdobbiadene, oggi il paese è in festa perché è San Gregorio Magno, il Santo patrono. Poco dopo il centro c’è la deviazione per Barbozza di Santo Stefano, la conosco a memoria e quando la spiego agli amici dico: subito dopo Santo Stefano trovi l’indicazione Col Vetoraz significa che sei arrivato, parcheggia l’auto tra i filari di Glera ed incamminati lungo la stradina sterrata.
Il pomeriggio è caldo, segno di una primavera anticipata, la natura si è già risvegliata ed è un bell’invito a condividere questo luogo diverso dagli altri. L’Osteria è una casa piccola come se ne vedono tante nel paesaggio delle colline trevigiane, qui si respira un’aria di tranquillità, vi è anche un’annessa stalla. Spiego al mio ospite che il proprietario aveva deciso di viverci, ma in seguito, con un grande gesto di generosità, la donò ad amici e viandanti che avessero voluto condividere un progetto di responsabilità, appunto, lasciando la cifra che ritenevano opportuna per le vivande consumate.
C’è molta gente, tutta rispettosa, alcuni seduti sulla panca all’esterno, in compagnia di un asinello di una mucca e un vitellino, altri sulle sedie all’interno. Entriamo anche noi, una compagnia di amici sta chiacchierando e mangiando pane e salame, sopra ogni tavolo il prosecco è una presenza fissa, il fuoco è acceso nel caminetto per scaldare ulteriormente l’atmosfera. L’insieme è molto accogliente e per chi come me ha origini contadine, si sente a casa. Proseguiamo verso un piccolo sentiero, tutto intorno è curato e pulito, la stradina porta a una veranda naturale dove la bellezza delle colline e la forza della natura stanno facendo insieme poesia e musica, ci sediamo in compagnia di persone di tutte le età.
Qualche giorno fa lo Stato ha punito il proprietario di questo Luogo con una multa di 62mila
Euro. Me ne vergogno, e penso che in questo luogo ognuno di noi potrebbe essere libero di viverlo e di esserne responsabile per condividere la filosofia dell’oste che pur non essendoci fisicamente lascia viveri ed ognuno riconosce il prezzo corretto mettendolo in una cassettina; responsabilità e libertà, due parole rubate da uno stato punitivo e che toglie poesia e speranza ad ognuno anche regolarizzando posti unici come questo che sono diventati meta per tante persone arrivate da tutto il mondo. Sulle pareti dell’osteria ci sono messaggi e cartoline da tutti i continenti a testimonianza delle emozioni che le persone si sono portate a casa.
La parete interna Fonte: Gazzettino |
Osteria senza Oste Fonte: Gazzettino |
Saluto questo luogo vedendo due signori anziani, come pure i due giovani vicini a loro, che accompagnano delle fragole al prosecco. Queste persone e queste storie rischiano di non essere più vissute per motivi burocratici di uno stato che non ha a cuore la felicità dei suoi cittadini.
Percorriamo la strada verso Ovest, il sole sta scendendo, e attraversiamo nuovamente il Piave, che scorre interamente in territorio Veneto, ed è noto come il "Fiume Sacro alla Patria" in memoria dei combattimenti di cui fu teatro durante la prima guerra mondiale, nemmeno di Lui sembra accorgersi lo Stato, manca il Tricolore, e io soffro, ma sono ricca di emozioni. L'Osteria senza Oste ed il Piave non mi deludono mai!
Serena Dalla Valle